Uj2216
Il Kt di Sestri Levante
Nome | Uj2216 |
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Tipo | Caccia sommergibili |
Anno di affondamento | 1944 |
Profondità minima | 45 mt |
Profondità massima | 57 mt |
Corrente | variabile |
Visibilità | variabile |
miscela suggerita | tmx 18/45 |
Erroneamente chiamato KT, è tra i relitti della Riviera Ligure di Levante che godono di maggiore notorietà, sicuramente dovuta alla bellezza e all'integrità dello scafo oltre che all'interesse storico e naturalistico che caratterizza questa nave.
Questo splendido e lussuoso yacht francese, varato nel 1926 dai cantieri Ramage e Ferguson di Leith con il nome "Eros", apparteneva ad un famoso banchiere, il barone Henri De Rotschild.
Dall'Aprile del 1939 al Giugno del 1942, fu requisito due volte dalla Marina Nazionale Francese e gli furono affidate cinque diverse missioni nel Mediterraneo, da Tangeri, al Marocco, poi di nuovo a Tolone dove venne ribattezzato "Incomprise" e incaricato alla sorveglianza dei litorali francesi.
Il 27 Novembre dello stesso anno i tedeschi, occupano Tolone e affondano tutte le imbarcazioni che trovano nel suo porto, tranne alcune, fra esse risparmiarono l' "Incomprese" che nell'arsenale di Tolone venne trasformato in cacciasommergibili.
Dopo aver subito ulteriori modifiche da parte dei tedeschi, che ne fecero una vera macchina da guerra a scapito degli eleganti saloni e delle strutture che lo impreziosivano, questa piccola unità fu ribattezzata UJ2216 e venne effettuata la prima uscita di prova il 2 Settembre del 1943.
Entrò quindi in servizio il 27 Settembre, con base a Genova ma, solo un anno dopo, il 13 Settembre del 1944, venne affondata mentre scortava due posamine che avevano compiuto il loro compito nei pressi di La Spezia. Il convoglio fu sorpreso da un aereo da ricognizione che lanciò l'allarme e dopo poco fu accerchiato da almeno 4 vedette inglesi che, lanciati i propri siluri, riuscirono a colpire l'UJ 2216 a poppa, facendo esplodere le munizioni e le granate antisottomarino che si trovavano in quella zona della nave.
La deflagrazione fu enorme e la poppa venne distrutta completamente, la nave imbarcò acqua e colò a picco in mentre i marinai superstiti si lanciarono in mare. furono salvati in 57 dalle M.F.P. e da una vedetta arrivata da Sestri, altri riuscirono a raggiungere la costa a nuoto.
La nave era lunga 65,13 metri ed era larga 9,75 metri, era spinta da due motori di 900 cv e viaggiava a 14 nodi, il relitto giace a 58 metri di profondità in assetto di navigazione, con la prua affilatissima, orientata verso il mare aperto, le ancore tuttora al loro posto e sulla coperta, dietro gli argani, spicca la grande mitragliatrice binata antiaerea.
Procedendo verso poppa c'è un piccolo boccaporto, attraverso il quale possiamo ispezionare le stive di prua, ai lati rimangono i sostegni di due mitragliere minori con i rispettivi depositi di munizioni, poi si arriva al cassero, composto di due ponti: quello superiore di comando colpisce per la fortificazione che è stata posta a difesa degli oblò e per il grande traliccio che si eleva dal tetto sino a 35 metri, questo è il punto più alto del relitto; il ponte inferiore è caratterizzato dalle classiche "passeggiate" coperte e da una struttura centrale, probabilmente gli alloggi ufficiali.
La nave è molto invitante in questa parte, ma occorre saper rinunciare ad ogni possibilità di penetrazione perché gran parte delle strutture in legno e ferro sono ormai pericolanti, oltre a essere piene di ogni genere di cime e lenze; meglio distrarsi con gli splendidi oblò che percorrono lo scafo.
A poppavia del ponte di comando altre due torrette ospitavano mitragliatrici minori, che anche se divelte dai loro alloggi sono rimaste nei pressi, coricate sotto alcune strutture che solo un occhio attento riuscirebbe a scorgere, sono invece ben riconoscibili due armadietti contenenti dei caricatori.
Passato il fumaiolo, incontriamo finalmente due mitragliatrici minori binate ancora al loro posto, probabilmente perché sono parzialmente coperte da una rete, poi si apre un grande boccaporto attraverso il quale possiamo accedere alla sala macchine, dove sono si possono vedere i due motori. La poppa della nave è insabbiata, affiora dal fondale solamente la seconda mitragliatrice pesante antiaerea, inclinata su un lato, detriti e qualche bomba di profondità.
E' facile immaginare quale spettacolo offra questo relitto, soprattutto nei momenti di buona visibilità, agli amanti della fotografia. Non è infatti comune trovare un tale condensato di reperti bellici e storici ancora intatto su una imbarcazione, che in realtà era appunto un lussuoso yacht da diporto, con una linea così elegante e maestosa da far invidia alle più belle barche dei nostri tempi.
Per non parlare di tutte le specie vegetali e animali che lo hanno colonizzato in questi decenni. Tutto lo scafo è ricoperto di coloratissime incrostazioni che somigliano a un giardino tropicale, i corridoi laterali e l'interno del cassero sono zeppi di anthias rosa che formano dei pannelli attraverso i quali è difficile penetrare con le torce, e tutto il pesce che vi gravita intorno, in ogni periodo dell'anno, è una vera giostra di vita del mediterraneo.
Per partecipare alle escursioni organizzate in questo sito d'immersione occorre possedere una certificazione subacquea di abilitazione all'utilizzo di miscele Trimix rilasciata da un'organizzazione riconosciuta a livello internazionale.