Punta del faro
area marina protetta Portofino
La punta del faro di Portofino è uno degli ambienti più suggestivi di tutto il promontorio, talvolta è investita da forti correnti che riducono la visibilità impedendone l'esplorazione; ma quando le condizioni permettono di visitarla ci si rende subito conto di quanto questo ambiente sia immensamente vario e spettacolare.
- Portofinodivers team
Nome | Faro di Portofino |
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Tipo | Pareti e grandi formazioni rocciose |
Profondità minima | 0 mt |
Profondità massima | 75 mt |
Corrente | da debole a forte |
Visibilità | variabile |
Miscela suggerita | 21/35 - 18/45 - 15/55 |
In condizioni ambientali ottimali, l'immersione alla Punta del Faro è adatta a subacquei di ogni livello di esperienza oltre ad essere un'ottimo punto per lo snorkeling. In questa sezione, dedicata alle immersioni tecniche, si descrivono le caratteristiche degli ambienti più profondi e meno conosciuti di questo sito d'immersione unico nel suo genere.
Immersione tecnica al faro di Portofino
Guarda il video dell'immersione
La seguente descrizione è dedicata ai subacquei più esperti che utilizzano miscele trimix per diminuire gli effetti della narcosi, traendo il massimo godimento dall'immersione e aumentando la sicurezza.
Partendo da pochi metri sotto costa, l'immensa dorsale forma pareti e terrazze in una costante discesa verso i 50 metri, dove termina, con l'alternarsi di grandi scogli a guglia, fino a superare i 70 metri.
Il paesaggio è incantato, le gorgonie rosse prevalgono su quelle gialle mano a mano che si scende in profondità, qui ogni angolo della roccia è conteso tra gli enormi ventagli e le protuberanti spugne della specie Aplysina Aerophoba, mentre sul fondo sono in ordine sparso splendide colonie di Eunicella Verrucosa e di Leptogorgia Sarmentosa. Grandi ricci melone sono presenti in quantità. I giganteschi gronghi sembrano essere i placidi custodi di questa area, dividendo le tane con grandi murene e musdee, anche grossi polpi abitano la zona in determinati periodi dell'anno, lasciando impressionanti cumuli di pietre come prova dei loro insediamenti.
Alle pendici della dorsale, a circa 62 metri di profondità, troviamo una rarissima concentrazione di oltre 20 colonie di falso corallo nero ( Gerardia Savaglia ) di notevoli dimensioni che sono diventate un interessante oggetto di studio da parte dell'Università di Genova. Nella giusta stagione si è investiti da branchi di ricciole e altre specie di passo che, incuriosite dalle bolle, circondano i subacquei compiendo splendide evoluzioni. Da qui è possibile spingersi vicino alla soglia dei 70 metri fino a raggiungere un sistema di secche e dorsali più isolate dove il corallo rosso (corallium rubrum) e il corallo nero (Anthipates Subpinnata) sono i protagonisti assoluti. E' un posto poco conosciuto perché occorre attraversare una distesa di detrito per raggiungerlo, la fatica sarà premiata alla vista di un primo imponente scoglio dalla forma singolare, completamente ricoperto di gorgonie e ricco di rami di corallo di notevoli dimensioni che testimonia perché questo sito fosse rinomato tra i corallari negli anni '70 che, purtroppo, ne fecero incetta.
Procedendo verso ponente incontriamo un altro gigantesco scoglio fatto a colonna, che si erge da un fondale di circa 58 metri per toccare i 47 metri, completamente ricoperto da magnifici ventagli di Paramuricea Clavata, mentre gli spessi rami di corallo rosso ne colmano ogni fessura. Da qui è facile accorgersi della presenza verso il largo di una cresta che sale dal fondo di alcuni metri formando un piccolo canale con il lato più a sud dello scoglio, dove, alcune bellissime gorgonie bianche crescono approfittando del maggior effetto della corrente, efficace mezzo di trasporto di sostanze nutritive. Attraversato lo stretto canale si giunge sulla cresta della dorsale a 55 metri e ci si rende subito conto che precipita quasi verticalmente verso il mare aperto incontrando il fondo a 68 metri dove alcuni resti di manufatti ci fanno pensare ad un antico naufragio. Non è raro vedere esemplari di stella gorgone (Astrospartus mediterraneus) servirsi dei gorgonacei per elevarsi dal fondo e mettersi così in una posizione privilegiata per intercettare minuscoli organismi plantonici.
La risalita e la relativa decompressione si compie alle varie quote tutto intorno ai grandi massi della franata che arriva fino ad una profondità di circa 5 metri proprio sotto il faro dove per la densità e varietà di pesce presente si continua a rimanere impressionati dalla bellezza di questo luogo.