Uj2210
German submarine chaser
Name | Uj2210 |
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Type | submarine chaser |
Year of sinking | 1944 |
Minimum depth | 44 mt |
Maximum depth | 64 mt |
Current | variable |
Visibility | variable |
Recommended breathing mix | 18/45 - 15/55 |
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Il "Marcella" , considerato all'epoca il più grande e moderno peschereccio del mondo, fu costruito nel 1932, in Francia, nei Cantieri Navali di Saint Nazaire, su ordine della Société de Pécheries à Vapeur d'Arcachon.
Aveva un'autonomia di navigazione di 140 giorni che permetteva di venire utilizzato per le battute di pesca in Groenlandia. Nel 1942, fu requisito dalla Kriegsmarine, trasformato in cacciasommergibili e armato, venne inserito nella 22° Flottiglia con il nome di UJ2210.
La sua carriera fu gloriosa, tra i suoi meriti degno di nota fu sicuramente l'affondamento del famigerato sommergibile inglese "Tigris" al largo di Capri il 27 Febbraio 1943 reo di aver decimato la flotta italiana. Il 2 Ottobre del 1943, dopo essere scampato ai siluri del sommergibile inglese "Sickle" nel Golfo di Genova, causò a quest'ultimo probabili danni, sganciandovi sopra numerose bombe di profondità. Nella notte tra il 27 e il 28 Maggio 1944, quattro motosiluranti inglesi in missione vicino La Spezia mentre davano la caccia ad un convoglio di cinque motozzattere, sorpresero l' UJ2210 che scortava una nave da trasporto. Ci fu un conflitto a fuoco tra il cacciasommergibili e le motosiluranti, una di queste, la MTB 419, riuscì a centrarla ed affondarla con l'ultimo siluro a disposizione.
Il relitto giace al largo di Framura, su un fondale di circa 65 metri in una singolare e sorprendente posizione: la prua orientata verso la superficie raggiunge i 45 metri di profondità, dando l'impressione di voler riemergere.
Seguendo la cima di discesa lo sguardo è subito catturato dallo splendido tagliamare, con le ancore tipo Hall al loro posto. Intorno ai 55 metri si comprende lo strano orientamento: la nave è spezzata in due tronconi a proravia del cassero e la poppa, adagiata sul fianco di sinistra, fa da sostegno alla prua. L'incontro dei due tronconi è la parte più devastata dallo scafo, ma crea un suggestivo passaggio dove è facile distinguere la struttura che ospita il grande cannone a canna singola e la rastrelliera con i proiettili, oltre all'elica di rispetto che è rimasta fissata al proprio posto sulla coperta di prua fino all'anno 2010 e che ora giace invece sul fondo.
Nel troncone di poppa molti portelli aperti permettono l'esplorazione dei tre ponti, inclusa la plancia di comando, tuttavia sconsigliata per l'angustia dei locali e il disorientamento provocato dalla posizione dello scafo. Procedendo verso la parte posteriore incontriamo il fumaiolo, un'altra struttura con la torretta che doveva ospitare una mitragliatrice, lo scivolo per le bombe da profondità disseminate sul fondale dove l'estrema poppa sprofonda nel limo a circa 65 metri.
Anche questo relitto, soprattutto per la strana posizione che ha assunto nell'adagiarsi sul fondale, offre spettacolari spunti fotografici. Sono oramai innumerevoli e famose, ma sempre di grande effetto, le inquadrature della prua che emerge da una spessa cortina fangosa e si staglia nel blu verso la luce della superficie. Per gli amanti della macro invece è da segnalare la densità di nudibranchi di ogni specie che la rivestono.
Il relitto è frequentato da grosse aragoste che spadroneggiano sulla parte dello scafo disastrato ricco di anfratti adatti per i loro nascondigli strategici, mentre i gronghi preferiscono il buio dei locali interni più tranquilli e poco frequentati. L'estrema poppa è coperta di rigogliose gorgonie del tipo Leptogorgia Sarmentosa che risalgono la murata con i loro ventagli tremuli a contrastare la costante corrente, le bombe di profondità disseminate sul fango tutto intorno, si alternano a candidi esemplari di gorgonie bianche ( Eunicella Verrucosa ).
- Normoxic trimix diver